quaderni di usabilità TILS: Scuola Superiore Guglielmo Reiss Romoli

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Architettura ed Evoluzione del World Wide Web
I pionieri nello sviluppo degli ipertesti

Memex (1945)

Sebbene relativamente recente come sviluppo di mercato (i primi ipertesti commerciali possono essere fatti risalire al 1987 [NIE] [SHN]), l’inizio delle attività relative all’organizzazione di informazioni complesse possono essere fatte risalire al 1945, con i lavori di Vannevar Bush (1890-1974) su Memex (memory extension) [BUS].

L’obiettivo era quello di organizzare e rendere disponibile la considerevole mole di informazioni via via prodotta dalla comunità scientifica a seguito dei conflitti mondiali. Il pericolo che vedeva Bush era che queste informazioni, al crescere del loro numero e della progressiva specializzazione delle stesse, fossero non note alla comunità, con il rischio di rallentare lo sviluppo scientifico.

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Figura 1: Vannevar Bush

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Figura 2: Douglas Engelbart

Un primo problema affrontato da Bush fu quello della rappresentazione e della compressione dell’insieme eterogeneo di informazioni (riviste, giornali, libri, manoscritti, …) via via prodotte, e la tecnologia più adeguata per quel tempo sembrò essere quella dei microfilm. La lettura era basata su più proiettori da utilizzare in maniera analoga alle finestre delle attuali interfacce grafiche. passo successivo fu quello di permettere un accesso veloce e flessibile a queste informazioni. Una prima esigenza che si manifestò fu quella di avere la possibilità di legare tra loro informazioni collegate, come ad esempio una foto e la sua didascalia. Questa è l’idea più importante, dal punto di vista dello sviluppo degli ipertesti, e si ricollega a quanto avviene con gli attuali link. Una seconda esigenza fu quella di permettere delle selezioni tra le informazioni memorizzate in modo da permettere la raccolta delle sole informazioni cercate, cosa ipotizzata possibile attraverso l’uso di fotocellule, in grado di leggere il contenuto dei microfilm, o qualcosa di analogo a quanto avviene con la selezione tramite centrali numeriche elettromeccaniche. Inoltre, si evidenziava la necessità di sistemi di indicizzazione delle informazioni. Questo, però, doveva avvenire in maniera simile a quanto avviene nella mente umana, tramite associazioni. In pratica, Memex doveva apparire come una unica enciclopedia, con in più una serie di percorsi associativi che lo attraversava. Scorrendo il contenuto di Memex, il lettore poteva, ovviamente, aggiornare il contenuto, anche tramite la memorizzazione di note personali. Il sistema Memex non è stato mai realizzato, ma le idee di Bush sono state poi alla base delle successive attività riconducibili agli ipertesti, prime tra tutte quelle sviluppate da Douglas Engelbart.
Augment /NLS (1962-1976)

Presso lo Stanford Research Intitute, nel 1962 Douglas Engelbart iniziò un progetto tendente a sfruttare la crescente capacità di elaborazione dei computer, fino ad allora utilizzate principalmente per il calcolo, anche per migliorare la produttività degli utilizzatori di queste macchine in campi differenti da quello numerico/scientifico, come per l’automazione d’ufficio, l’elaborazione dei testi, ecc. [ENG].

In particolare, si voleva poter risolvere il problema della complessità crescente dei problemi e della crescente urgenza della loro soluzione, aumentando le capacità dell’uomo attraverso nuovi prodotti, linguaggi, metodologie e formazione. Questi obiettivi venivano riassunti nell’acronimo "H-LAM/T": Human using Language, Artifacts, Methodology, in which he is Trained.

Dall’interazione dei due componenti fisici dei sistemi H-LAM/T, l’uomo e i prodotti, nasceva il problema dell’interazione efficiente tra l’uomo con gli altri oggetti, dei quali sicuramente il più importante era il computer. Questo obiettivo richiedeva da un lato la realizzazione di nuove modalità di interazione con la macchina (tramite periferiche quali display ad altra definizione e mouse).

Un altro campo era quello dell’accesso efficiente alle informazioni, per le quali le attività di Engelbart si ispiravano al lavoro di Bush, cercando di pensarne ad un’implementazione, ora possibile tramite l’uso di computer. La metodologia di utilizzo erano quelle di file collegati a formare un sistema simile a quello di un attuale ipertesto. Le modalità di interazione era tramite un opportuno linguaggio di comandi.

Atro campo di azione era quello del lavoro cooperativo.

Venne realizzato un sistema (NLS: oN-Line System) che rappresentava una prima implementazione delle idee proposte per il Memex, anche se non ancora paragonabile alle funzionalità degli attuali ipertesti. Una prima dimostrazione pubblica dell’NLS si ebbe con successo nel 1968 alla Fall Joint Computer Conference, ma nel 1975 i finanziamenti pubblici dell’ARPA per le ricerche di Engelbart vennero interrotti. Parte dei collaboratori di Engelbart continuarono la propria attività presso lo Xerox PARC, mentre Engelbart proseguì la propria attività alla Stanford University con il "Bootstrap Project" [BOO].

Xanadu (1967)

Il termine ipertesto venne utilizzato per la prima volta da parte di Theodor Holm Nelson ideatore del progetto Xanadu, iniziato alla Brown University. Per l’implementazione del progetto Xanadu, venne realizzata la Xanadu Operating Company, acquisita nel 1988 dalla Autodesk, che poi, ha progressivamente ridotto il suo interesse nel progetto. Questa idea non è stata finora implementata, se non in forma estremamente parziale [NEL] [NEL2], ma è chiaramente in linea con l’attuale sviluppo del Web.

Figura 3: Theodor Holm Nelson

Figura 3: Theodor Holm Nelson

L’estrazione di Nelson (BA in filosofia e master in sociologia) lo avevano spinto ad ipotizzare un sistema di trattamento testi (prima della realizzazione dei software di word processing) in grado di permettere agli autori di rivedere facilmente i propri lavori [LAB]. L’idea, anche per l’influenza di Memex, si sviluppò nel progetto di creare un sistema in grado di dare accesso a qualsiasi tipo di informazione in linea ("Docuverse"). L’obiettivo era quello di permettere lo scambio di informazioni in forma elettronica con la stessa facilità con la quale si scambiano informazioni stampate su carta [REP].

L’idea era quella di pensare ad una combinazione di database locali e remoti, con un’interfaccia utente in grado di nascondere i dettagli del tipo di accesso fatto dall’utente. L’unità elementare d’informazione è qualsiasi byte all’interno di qualsiasi documento, con evidenti problemi di indirizzamento. Viene gestito il versioning e nessuna informazione viene rimossa dal sistema. Un sistema di log sugli accessi permetterebbe di soddisfare problemi di copyright. In un’enciclopedia che facesse riferimenti a materiale originario, l’accesso a questo permetterebbe di garantire diritti agli autori.